Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/307

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Accenni al Vico in carteggi di contemporanei.

i. Nel carteggio di Antonio Magliabechi.

S’è giá visto dall’ Autobiografia (p. 114) che Antonio Rinaldi nel 1709 si recò a Firenze, ove strinse amicizia col Magliabechi. Col quale, poi, da Napoli, ebbe carteggio, in cui si discorre due volte del V. L’una, in una lettera dell’11 febbraio 1710, nella quale preannunzia genericamente il De antiquissima («tra alcuni giorni vedremo facilmente uscire alle stampe alcune opere del signor Vico in materie piú gravi»); l’altra, in altra del 26 maggio dello stesso anno, in cui invia saluti di parecchi letterati napoletani, tra i quali il V., «di cui — scrive — in brieve vedremo fuora un’assai dotta opera di Metafisica , alla quale seguirá anche la Fisica, e nell’ima e nell’altra sará suo principal disegno l’abbatter da’ fondamenti il sistema del Cartesio, che qui ha posto assai profonde radici» .

2. Nel carteggio di Giovan Mario Crescimbeni.

Tra la fine del 1709 e i principi del 1710 Ippolita Cantelmo Stuart, che s’è giá incontrata nell’ Autobiografia (p. 109), manifestò desiderio al suo «compare» V. di diventare pastorella arcade. E il V. a sua volta ne interessò il suo amico e collega in poesia Biagio Maioli d’Avitabile, uno dei soci fondatori e vicecustode della Colonia Sebezia, il quale, il 22 febbraio 1710, fece la relativa proposta al Crescimbeni, soggiungendo: «Ella (la Cantelmo ) quanto è bella altrettanto è generosa: perlocché inviatemi la patente della sua aggregazione, perché intorno ai diritti del segretario ( cioè del Crescimbeni stesso) compirá da sua pari». L’aggregazione ufficiale ebbe luogo il 27 marzo; ma giá una decina di giorni prima il Crescimbeni inviava alla Cantelmo, per mezzo dell’Avitabile, il diploma relativo. «Vi scriverá — cosi l’Avitabile al Crescimbeni il