Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/44

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andato nel Cratilo ad investigargli dentro le origini della lingua greca; e, promuovendolo la disposizione, nella quale era già entrato, che l'incominciavano a dispiacere l'etimologie de' gramatici, s'applicò a rintracciargli dentro le origini delle voci latine, quando certamente il sapere della setta italica fiorì assai innanzi, nella scuola di Pittagora, più profondo di quello che poi cominciò nella medesima Grecia. E dalla voce «coelum», che significa egualmente il «bolino» e 'l «gran corpo dell'aria», congetturava non forse gli egizi, da cui Pittagora aveva appreso, avessero oppinato che l'istromento, con cui la natura lavora tutto, egli sia il cuneo, e che ciò vollero significare gli egizi con le loro piramidi. E i latini la «natura» dissero «ingenium», di cui è principal propietà l'acutezza; sì che la natura formi e sformi ogni forma col bolino dell'aria; e che formi, leggiermente incavando, la materia; la sformi, profondandovi il suo bolino col quale l'aria depreda tutto; e la mano che muova questo istrumento sia l'etere, la cui mente fu creduta da tutti Giove. E i latini l'«aria» dissero «anima», come principio onde l'universo abbia il moto e la vita, sopra cui, come femmina, operi come maschio l'etere, che, insinuato nell'animale, da' latini fu detto «animus»; onde è quella volgar differenza di latine propietà: «anima vivimus, animo sentimus»; talché l'anima, o l'aria, insinuata nel sangue sia nell'uomo principio della vita, l'etere insinuato ne' nervi sia principio del senso; ed a quella proporzione che l'etere è più attivo dell'aria, così gli spiriti animali sieno più mobili e presti che i vitali; e come sopra l'anima opera l'animo, così sopra l'animo operi quella che da' latini si dice «mens», che tanto vale quanto «pensiero», onde restò a' latini detta «mens animi», e che 'l pensiero o mente sia agli uomini mandato da Giove, che è la mente dell'etere. Ché se egli fosse così, il principio operante di tutte le cose in natura dovrebbero essere corpicelli di figura piramidali; e certamente l'etere unito è fuoco. E su tali princìpi un giorno, in casa del signor don Lucio di Sangro, il Vico ne tenne ragionamento col signor Doria: che forse quello che i fisici ammirano strani effetti nella calamita, eglino non si riflettono che sono assai