Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/56

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tragge il sentimento della diffinizione papinianea, l'illustra con Cuiacio, indi la fa vedere conforme a quella degl'interpetri greci. Immediatamente appresso si fa incontro al Fabbro, e dimostra con quanto leggiere o cavillose o vane ragioni egli riprende Accursio, indi Paolo di Castro, poi gl'interpetri oltramontani antichi, appresso Andrea Alciato; ed avendo dinanzi, nell'ordine de' ripresi da Fabbro, preposto Ottomano a Cuiacio, nel seguirlo si dimenticò di Ottomano e, dopo Alciato, prese Cuiacio a difendere; di che avvertito, trappose queste parole: «Sed memoria lapsus Cuiacium Othmano praeverti; at mox, Cuiacio absoluto, Hotmanum a Fabro vindicabimus». Tanto egli aveva poste speranze di fare con Ottomano il concorso! Finalmente, sul punto che veniva alla difesa di Ottomano, l'ora della lezione finì.

Egli la pensò fino alle cinque ore della notte antecedente, in ragionando con amici e tra lo strepito de' suoi figliuoli, come ha uso di sempre o leggere o scrivere o meditare. Ridusse la lezione in sommi capi, che si chiudevano in una pagina, e la porse con tanta facilità come se non altro avesse professato tutta la vita, con tanta copia di dire che altri v'arebbe aringato due ore, col fior fiore dell'eleganze legali della giurisprudenza più colta e co' termini dell'arte anche greci, ed ove ne abbisognava alcuno scolastico, più tosto il disse greco che barbaro. Una sol volta, per la difficoltà della voce proghegramménon , egli si fermò alquanto; ma poi soggiunse: «Ne miremini me substitisse, ipsa enim verbi antitupía me remorata est»; tanto che parve a molti fatto a bella posta quel momentaneo sbalordimento, perché con un'altra voce greca sì propia ed elegante esso si fosse rimesso. Poi il giorno appresso la stese quale l'aveva recitata e ne diede essemplari, fra gli altri, al signor don Domenico Caravita, avvocato primario di questi suppremi tribunali, degnissimo figliuolo del signor don Nicolò, il quale non vi poté intervenire.

Stimò soltanto il Vico portare a questa pretensione i suoi meriti e 'l saggio della lezione, per lo cui universal applauso era stato posto in isperanza di certamente conseguire la cattedra; quando egli, fatto accorto dell'infelice evento, qual in fatti riuscì