Pagina:Vicramorvasi.djvu/30

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ÒRVASI. — ATTO n. Nipunìca. Ausinàri. Manàvaco (cercando] c enervando). Pururàvasa. AUSIN. (avanzandoti] con impeto). PURUR (allenilo, fra ti), AUSINÀRI. PuRUR. (a Manàvaco). Manàvaco. PURUR. (alta regina). Ausinàri. Manàvaco. Ausinàri. Manàvaco. PURUR. (a Manàvaco). Ausinàri. Pururàvasa. Ausinàri. [daJrallra parte] Cereali la foglia di betulla oh! senti? Stiamo a veder, ma taci. Oh ve’! M’hanno ingannato Le penne d'un pavon, con quel colore Azzurro come il fiore Della ninfèa sbocciato Misero me I Quasi morir mi sento ! O nobil signor mio, cessi il tormento ' Che tanto vi molesta: La vostra foglia di betulla è questa. Ahi ! la regina (con imbarazzo) Benvenuta 1 O meglio Dite ch’io son la malvenuta..... Amico, Ed or, come schermirsi ? Colto in flagranti non ha schermo il ladro! Credimi: inver non era Colesta la mia foglia desiata ; Segnata era su quella una preghiera Quando la propria sorte alfin si trova, Nasconderla ben giova. Oh via! nobil regina, Ella un buon cibo a preparar s’affretti, E allora il signor mio, No, d’altro cibo non avrà desio, Nipunìca diletta, Savio consiglio, suggerì l’amico: Desioso era il sir d’un nuovo pasto, Ma deluso è rimasto! Pur Ella sa, mia nobile regina, Che variar di gusto a tutti è grato. Ma vorrai tu per forza Farmi apparir colpevole, insensato? Voi colpevol non siete: oh! se v’è alcuno Che tal nome si mena, o re, son io; Che, a voi recando impaccio, Vi sto dinnanzi. Nipunica, andiamo. (si avi’ia sdegnata). SI colpevole, è ver, son io diletta: Ti calma alfin; chè, se cagion di sdegno V’ è tra lo schiavo e chi d’ossequio è degno, Qpei sempre ha torto e a lui la colpa spetta. (cade ai piedi della regina). Vanne infedel ; se d’arrendevol core Son io vèr te, l’ossequio tuo non voglio: