Pagina:Vita di Dante, Petrarca e Boccaccio.djvu/143

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» NOTE

DEL TRADUTTORE

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(i) Voce greca, che significa miglior sdodo. (11) Lo stesso Petrarca in alcana delle sue lettere dice, e»* sere stato un triennio soltanto a Bologna', e cosi va non eiv rato il conto di anui sette vaoameutè spesi in siffatto stadio. ( Epis. ad Poster. Morerì v. Petr. )

(ut) Qui bene a pio pos ito il Manetti discuopre le diverse cagioni della decadenza' delle lettere io Italia ; e così in questo come in più luoghi, va spargendo de' tratti laminosi nella sua storia, che non possouo ooo ammirarsi, nè leggersi senza grande atililà.

(ir) Om mette il Biografo io questa perte P indicazione del perchè a ciò fare s* indussero i Fiorentini, che nel i348 im- pegnati a voler fondare Università nella lor petria, come già era in Pisa, ed in Pavia, però invitarono Petrarca, promessa* gli la resti tuzioo de' beni già con Beatigli, se vi si fosse con- dotto, a dettare quella facoltà, che più gli veniva ia acconcia. Ma egli men bramoso di ricchezze, e plausi, che di tranquillità, e pace rifiutò colali proferte, e s^n stette lungi. ( Tiraboscht lib. i. pag. 65.)

(r) Qui avrebbe potato il Ma nel ti anche rammentare gli onori, di che fu ricolmo il gran Petrarca da Jacopo II da Cari-ara ; da Niccolò II da Ferrara ; da Luchino ; da Luigi e Guido Gonzaga, dall'Imperatore Carlo IV ; e da motti altri illustri Principi d* Italia , che altamente il protessero , e quasi gareggiarono tra loro a dilatarlo io tèma , e iu onore. Onde a ragione scrive il Tiraboschi, che il Petrarca fu l'idolo del suo secolo, a cui più che ad ogni altro si eressero incensi, ed alteri. (Lett. Ital. tom. V. p. 34 Edi*. Nap. del 1777. }