Pagina:Vita di Dante.djvu/36

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26 capo primo

Non v’era giunto ancor Sardanapalo
A mostrar ciò che ’n camera si puote.
109Non era vinto ancora Montemalo
Dal vostro Uccellatojo,1 che, com’è vinto
Nel montar su, così sarà nel calo.
112Bellincion Berti2 vid’io andar cinto
Di cuojo e d’osso, e venir dallo specchio
La donna sua senza l’viso dipinto;
115E vidi quel di Nerli e quel del Vecchio
Esser contenti alla pelle scovert,3
E le sue donne al fuso ed al pennecchio.
118O fortunate! e ciascuna era certa
Della sua sepoltura, ed ancor nulla
Era per Francia4 nel letto deserta.
121L’una vegghiava a studio della culla,
E consolando usava l’idioma
Che pria li padri, e le madri trastulla;
124L’altra, traendo alla rocca la chioma,
Favoleggiava con la sua famiglia
De’ Trojani, e di Fiesole, e di Roma5

  1. Montemario allor detto Montemalo, per cui allora si giungeva a Roma, e l’Uccellatojo per cui anch’oggi si giunge a Firenze; dai quali l’una e l’altra si veggono, e sui quali erano le villeggiature dei Romani e de’ Fiorentini.
  2. Potente cittadino de’ tempi virtuosi, e così altri nomati più giù.
  3. Peliccie semplici senz’ornati
  4. A mercanteggiare ovvero ad esulare come il poeta.
  5. Nota come in questo favoleggiava delle origini supposte di Firenze il poeta si mostri più storico che non gli storici contempo-