Pagina:Vita di Dante.djvu/452

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Villani}}, che, come al buon tempo passato del tranquillo e buono stato di Firenze, si fecero questa volta le solite brigate e feste "a gara l’una contrada dell’altra, ciascuno che meglio sapea e potea. Infra le altre, come per antico aveano per costume quelli di Borgo San Friano di fare più nuovi e diversi giuochi, sì mandarono un bando per la terra, che chi volesse saper novelle dell’altro mondo, dovesse essere al dì di calen di maggio in sul ponte alla Carraia e d’intorno all’Arno. Ed ordinarono in Arno sopra barche et navicelle palchi; et fecionsi la somiglianza et figura dello inferno, con fuochi ed altre pene et martorii, con huomini contraffatti e demonia, horribile a vedere; et altri i quali aveano figura d’anime ignude; et mettevanli in quelli diversi tormenti con grandissime grida et strida et tempesta, la quale parea odiosa cosa e spaventevole a udire e vedere. Et per lo nuono gioco, vi trassono a vedere molti cittadini; et il ponte, pieno et calcato di gente, essendo all’hora di legname, cadde per lo peso con la gente che v’era suso. Onde molta gente vi morìo et annegò in Arno, et molti se ne guastarono la persona; sì che il giuco