Pagina:Vita di Dante.djvu/490

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sua d’animo e di vita nelle vicende, nelle miserie, nei dubbi, nell’ire dell’esilio; che voleva ricorrere allo studio, che ne cercava le vie, che ancor non si sentiva di riprender l’opera grande ideata in tempi migliori; che riprendeva i pensieri, le opere di gioventù, a commentarle e spiegarle e giustificarle, e ad aggiungervi poi i nuovi pensieri accumulati ma informi ancora nella feconda mente; e che ne rimase oppresso fino a che egli non se ne sfogò in miglior modo. E secondo che ei venne poi ciò facendo nelle altre opere, ei lasciò questa, e fece bene. Il Convito è non più che un abbozzo abbandonato dall’ autore.
Ma è reliquia importante, e per le notizie varie che se ne traggono della vita di Dante, e principalmente poi per l’intelligenza della Commedia, la quale fin dal primo verso non s’intenderebbe bene senza la spiegazione delle età dell’uomo che si trova nel Convito1. Importantissima pure è la spiegazione di ciò che intenda Dante per allegorie, e come queste sieno

  1. Trat. IV, C. 23, 24, e seg., pp. 322 e seg.