Pagina:Vita di Dante.djvu/672

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di parte ghibellina, il medesimo ardire che Firenze testè a capo di parte guelfa. Soli quasi erano nell’Italia meridionale contro a papa Clemente V, Roberto, re di Puglia, Firenze, Lucca e Siena; ed a schermirsene Uguccione tentava negoziati ed apparecchiava armi; quando dalla fortuna, larga sempre d’ajuti ai costanti, ebbe quello che Firenze poc’anzi, la morte di uno de’ principali nemici suoi, Clemente V (10 aprile 1314)1.

Questi avea riempito già il Sacro Collegio di cardinali francesi. Quattro soli italiani trovaronsi al Conclave, tenuto con funesti auspicii per l’Italia in Carpentras: Niccolò da Prato, il non felice paciero di Toscana per papa Benedetto; Napoleone Orsini, l’altro non dissimil paciero per papa Clemente; Francesco Gaetani, un resto della famiglia di Bonifazio; e Pietro Colonna, de’ nemici di questo. Ai quali, e forse a pochi altri cardinali italiani, Dante, probabilmente dal suo rifugio di Pisa, scrisse una lettera per confortarli a nominare un papa italiano. E’ ventura che ne rimanga tal lettera, la quale

  1. Veltro,p.137.