Pagina:Vita di Dante.djvu/677

Da Wikisource.

l’allievo e il successore di lui. L’ammissione dei fuorusciti contrarii era il solito segno del darsi vinta una parte; e ne seguì, come al solito, che in breve i riammessi cacciarono gli altri. E combattendosi perciò in Lucca addì 14 giugno di quell’anno, v’entrò Uguccione co’ Pisani, cacciò i Guelfi e il vicario del re Roberto, e lasciò saccheggiare otto dì la città e il tesoro fattovi recare di Roma da papa Clemente. Quindi Lucca fu signoreggiata da Pisa, e Lucca e Pisa da Uguccione; il quale mise podestà a Lucca Francesco della Faggiola, uno de’ suoi figliuoli; mentre Neri, un altro di essi, insignorivasi di Borgo San Sepolcro. Le strettezze dei Ghibellini diventavano grandezza della casa d’Uguccione; in mano a cui, quantunque semplice capitano di ventura, si davan essi per difetto di capi più potenti e più splendidi1.

E sotto lo schermo dell’amico, potè quindi senza pericolo entrar Dante in Lucca, quantunque da lui ingiuriata nell’Inferno. Certo, non prima; sendo Luca fin allora rimasta avversaria

  1. Murat., Ann. an.1314; Veltro, p.138.