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XLVI

PER LE NOZZE GIUSTI-MOLIN

Anacreontica in cui parla Imeneo alla sposa.

Nel rapir la tua germana
per condurla in riva al Mella,
non promisi, alma donzella,
a te stessa un laccio d’òr?

Ecco torno in queste soglie
tra le fiaccole d’ Amore:

10 son tenero di core,

né il mio labbro è mentitor.

Rivolando frettoloso
dai bresciani amati lidi,

11 bell’Adige rividi

e i suoi chiari abitator.

La lor indole mi piacque,
la lor gioia, il lor candore:
io son tenero di core,
né il mio labbro è mentitor.

Ma fra gli altri mi sorprese
un garzon di tal beltate,
che le rose in Cipro nate
quasi vince nel valor.

Come mai poteva Imene
non donargli il suo favore?
io son tenero di core,
né il mio labbro è mentitor.

Nel bel giovine ch’io guido,
pien di dolci atti cortesi,
offro a te de’ veronesi
giovinetti il primo onor.

Del giardin si rinomato ( J )
ti presento il piú bel fiore:
io son tenero di core,
né il mio labbro è mentitor.

(r) 11 nominatissimo giardino della ragguardevole famiglia Giusti in Verona,
per cui è denominata «Giusti dal giardino».