Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/244

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28

O de lo specchio nobil magistero!
o vivo quadro armonioso e bello,
simile tanto ed uniforme al vero,
che sei del ver molteplice fratello !

Ceda spontaneo a te í’onor primiero,
Bassan, Paolo, Caraccio e Raffaello,
o qual veleggia sui marini borrii
pittor famoso ai taciti milordi.

29

Potrei fra PAlpi e il gelido Pirene (l )
del lannese Gobin volare al lido,
poiché su quelle industriose arene
fondò Parte pel vetro albergo e nido.
Potrei le circostanti isole amene
de P Adria salutar con fausto grido,
la rena mescolando in giusta norma
a quella soda che lo specchio informa.

30

Potrei non meno col solerte fabro
de la sulfurea vampa al fumo tetro,
quel mercurio natio scior dal cinabro,
che dee lo specchio intonacare addietro.
E rivolger potrei l’esperto labro
a soffiar da la canna il bianco vetro;
o pur, seguendo l’ingegnoso Gallo,
colar sul desco il liquido cristallo.

31

Certo potrei, ma il fulgido apparecchio
me non invita di straniera gloria.

Bastami sol che lietamente orecchio
porga taluno a la gioconda storia;
bastami sol che quanto il fido specchio
di ritrar Iole al naturai si gloria,
tanto le cure e le ansietá di lei
scopransi al naturai ne’ versi miei.

(1) Vedi Pluche.