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V

IN FAVORE DEL COMMERCIO

1

Povero nacqui fra le canne e i giunchi,
ove lenta ristagna acqua inamena;
rustico albergo di viminei trunchi
m’accolse un tempo su la nuda rena;
e le cerulee reti e gli ami adunchi
tenero pescator nudrianmi appena:
ma crescendo l’etá crescea del paro
l’ inerte fame col disagio amaro.

2

Un di nel tempio a la custode sacro
di que’ lochi palustri e boscherecci,
ricorro afflitto, e mentre a lei consacro
le vacue reti e gl’ infecondi attrecci,
si scosse de la diva il simulacro,
e tal risposta (o meraviglia!) ei diecci:

— Fuggi le ingrate arene, a miglior sorte
schiuse vegg’ io de la cittá le porte. —

3

Gelido allora sul terreno io caggio,
la dea ringrazio, il vaticinio adoro;
e sciamo rispettoso: — Al gran viaggio
eccomi, o diva: il tuo soccorso imploro. —
Pieno d’ignoto sovruman coraggio
esco del tempio e l’orizzonte esploro:
tre volte a destra folgoreggia e tuona
e l’augure desir colá mi sprona.