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POESIE VARIE ED EPIGRAMMI 317

per carpirvi la diletta
zuccherosa mandorletta,
comporranno a torto fine
cento placide moine.

Non crediate ai bricconcelli,
ché son finti amoroselli ;
ma tenetevi a memoria
d* Emirea l’acerba storia.

Un leggiadro cagnoletto,
bianco il dorso e bianco il petto,
ell’amava, e sei nudria
con guardinga gelosia.

Piglia un giorno fra le dita
susinella aurea candita,
e chiamando Melampino (0,
il suo fido bestiolino,
gliePappressa in cocca in cocca,
poi ritirala e la imbocca.

Spiacque a Pavido la burla,
tuttavia fingendo zurla:
zurla, è ver, ma quinci a poco
Emirea tornata al giuoco,
mentre volgesi bel bello
a le labbra il fraticello,
per ghermir la dolce prugna
nel bel viso il rio Padugna,
e segnò la bianca gota
di sanguigna impura nota.

Pianse ognun, sen dolse Amore;
e il cagnuolo traditore
con la fina sua ricciaia
fu bandito in rustic’aia,
dove animagra e dove stenta
fra P ignobile polenta.

Quando poi verrá quel giorno,
in cui veggavi d’intorno
saltellare un bamboletto
in femmineo corsaletto,

(i) Nome del non finto cagnuolo, come non finto è il serio caso descritto.