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20

All’oratore don Mariano Conciati che predicò la seconda volta in Bassano la quaresima del 1826 e che assalito dalla febbre non potè con apposita orazione celebrare la festa della beata Giovanna Maria Bonomo, che si solennizza il primo
di marzo. Epigramma in cui parla essa beata.

Quella ghirlanda che per me tessesti
e che per febbre, o Dio! ti cadde al suolo,
da te stesso io la vo’ quando s’appresti
un marzo o l’altro a dispiegare il volo.

Né temer che le noccia estate o verno:
ogni fior del tuo campo è un fiore eterno.

21

Inviando col mezzo del cavalier Angelini
i due volumi delle sue poesie tradotte dal Trivellato al conte di Goés a Vienna.

Se non trovi aura seconda
nel vestibulo de’ numi (*),
va’ de l’Istro in su la sponda
e sommergi i due volumi.

22

All’abate Giacinto Bonicelli di Bergamo che predicò in Bassano la quaresima del 1827.

Questo è l’alloro da cui svelsi il ramo
che i crini di Francesco ( 1 2 3 ) ornar si vanta:

l’altro che sul tuo capo attorcer bramo,
è il secondo ch’io svelgo, e muor la pianta.

23

Celebrando il primo sacrifizio don Francesco Panciera.

Per questa valle amara
io traggo a stento il piè ( 3 );
or che tu giungi a l’ara
sovvengati di me.

(1) Intendesi dall’autore la corte di Vienna.

(2) Il chiarissimo oratore signor don Francesco Adobati di Bergamo, che predicò nella chiesa medesima di San Giovanni la quaresima dell’anno 1825.

(3) Era l’autore malaticcio da qualche tempo.