Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/42

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LXVI

Per nozze illustri di un cavaliere del Friuli, che prima aveva trattato di matrimonio
con una dama del suo paese, la quale improvvisamente si maritò con altro signore (i).

10 vidi Amor che sorridendo unio
due tenere colombe a un nodo istesso,
pari fra lor di etá, varie di sesso,

in cui tentò spirare egual desio.

E con soave studio Amor vid’io
spesso nutrirle e vezzeggiarle spesso,
onde poi strette d’un fecondo amplesso
nuove desser colombe al ciel natio.

Una intanto di lor quel forte impaccio
col rostro inosservato osò disciorre,
a compagno stranier fuggendo in braccio.

Quand’ecco un’altra da marmorea torre
dispiega Tali e il non curato laccio
gode a se stessa volontaria imporre.

LXVII

Essendo eletto canonico arciprete di Bassano il signor abate Tattara,
dopo la morte dell’abate Golini.

11 mio perduto amico in te ravviva
e in te ravviva il mio fedel maestro,
rapito da la falce intempestiva,
quantunque ancora e vigoroso e destro.

Ei che sin da fanciullo in me scopriva
non tardo ingegno e non ignobil estro,
pria mi condusse al biondo Mella in riva,
poi mi guidò su T Elicona alpestro.

Ora ei dorme tranquillo in breve fossa;
e invan da le mie ciglia un largo fonte
discende e scorre ad innaffiar quell’ossa.

Oh, venga il di che sul felice monte
de la bella Siòn vederlo io possa,
e mille volte ribaciarlo in fronte!

ti) Per le nozze Domenico Scolari e Giacomina Gandini. 11 primo dovea maritarsi colla signora Barbara Perii, che furtivamente si uni in matrimonio col signor
Giovanni Ferrari.