Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/102

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lo dimostrano le lettere che si conservano nell’archivio di Stato, che rivelano quanta affettuosità avesse conservato per la sua famiglia lontana.

A titolo di curiosità ne riportiamo una scritta dal fratello Nicola a Giorgio nella quale il primo bussa a quattrini:

«Te prego caramenti che tu me volia mandary qualque dinari che possa salari queli agoni e azò che possa scodere quella pelanda altramente la vole fare denonziare; te prego che voliamo trovare un modo azò che possamo fare una socha a nostra madre sera de nostro honore; item te prego caramente che tu me volia mandare uno pare de calse se ale de to plazeri, al fato de lo pano non te dubitare niente che al te serà governato che tu posa fare una pelanda; item te prego che tu volia scrivere a Zovano Panizia che al te volia servire de un mezo caro de vino, me l’ha voluto dare, ma voglia che glie vandisse lo torcho de Lierna e mi si è dito che te voleva scrivere e lu se pensa cher gi lo volia dare per una pezia di pane e my non lo volio butare, me ne volia scrivere quello che te ne pare a zò che possa dare la risposta secondo che tu me dirai; anchora si è da se segare lo feno me volia mandari quelqui denari se tu vole e per lo fato de Tognono de li soy denari sareve bene vegnuto gontera e avesse possuto si bene che me sareve varse uno paro de calse de mesere Zeco. Niento di mancho me li volia mandare, te avizo che siamo de trato a una niata de farconi pelegrini se li possamo avere te li mandaro ovvero che te li mandarò del zerto. Altro non te scrivo te siamo raccomandati tuti queli de cassa. Data die XI junj in Varena MCCCCLVIIIj. Ego Nicolaus frater tuus1.

Altre lettere che danno curiose informazioni sui pettegolezzi del paese sono indirizzate al Panizza da un certo Antonio Calvasina, e nella loro semplicità e rozzezza sono piene di brio e di vivacità.

Il duca Franceso aveva due curiosissimi informatori della cronaca del piccolo paese nelle persone di certi Donato Marliano e Giorgio Mazza dei quali l’Archivio di Stato ci ha conservato due missive. Nell’una in data 16 sett. 1463 i due informatori parlano di una grande incetta di bestiame fatta dai Bergamaschi in Varenna e paesi vicini per conto della Signoria Veneta, e da buoni sudditi essi si affrettano ad avvisarne il Duca2. Gli stessi il 1 giugno parlano al Duca del passaggio di truppe borgognone dirette contro i Turchi «de li quali circha il numero de vinti sono passati per questa terra con archi, schiopeti et altre sue arme dicendo loro essere partiti da li altri per non volere andare più oltre, ma che voleno retornare a caxa, et che anchora ne vengono de li altri assai i quali voleno ritornare nella loro patria». Pare che a

  1. Arch. di St. di Milano. Carteggio generale, alla data.
  2. Arch. di St. di Milano, Carteggio sforzesco alla data.