Pagina:Vittorio Adami, Varenna e Monte di Varenna (1927).djvu/478

Da Wikisource.

appendice 469

delle descrizioni fantastiche e leggendarie per essersi, molto probabilmente, limitati a contemplare il fiume dal lago.

Nel 1882 alli 16 di settembre un forte nubifragio rovinò le case lungo il fiume Latte ed asportò il ponte sullo stesso fiume.

Fiume Latte ha una ricca letteratura. Tuttavia Plinio, il grande naturalista che pure ci ha lasciato degli scritti sul lago di Como, non ne parla affatto. E stupiti di questo fatto alcuni hanno emessa l’ipotesi che ai tempi di Plinio Fiume Latte non esistesse. Ciò non è da escludersi, come non è impossibile che un giorno o l’altro il misterioso fiume scompaia. Il fenomeno di sorgenti che appaiono e scompaiono è conosciutissimo. Mi sembra invece senza esitazioni da scartare l’ipotesi ripetuta da Giovanni Battista Giovio, che le acque del Lario fossero ai tempi di Plinio di pelo alquanto più alto, e che «gli scorresse occulto nel grembo il mirabile fonte»; o quell’altra che «lo speco mille e settecento anni or sono fosse più prolungato e basso di guisa che per la cieca caverna nascosta piombasse giù nel lago il fiumicello».

Del resto lo stesso Giovio dichiara di essere stato indotto a tali concezioni dalla libertà dei naturalisti «che immaginano vogliosamente i finimondi ed architettano sovente le variazioni del globo» e non esclude l’ipotesi di un altro naturalista, Serra, e cioè che potesse non esistere il Fiume Latte ai tempi di Plinio.

Noi riteniamo anche possibile che pure essendovi già il fiume a quei tempi e pur avendolo notato, Plinio non abbia creduto di dargli una particolare importanza.

Il primo che ci parla del Fiume Latte è Leonardo da Vinci. Ricordando nel Codice Atlantico1 il suo viaggio al lago di Como, pare che due sole cose lo abbiano colpito: la fonte Pliniana e il Fiume Latte. Egli però, quasi certemente non visitò il nostro fiume, ma lo deve avere ammirato dalla villa Stanga di Bellagio dove si sa che fu ospite del marchesino StampaFonte/commento: 527. Di questo suo soggiorno a Bellagio, Leonardo ha lasciato solo poche parole dedicate a Fiume Latte. Eccole integralmente: «A Bellagio. A riscontro a Bellagio castello è il Fiume Lacteo, il quale cade da alto più che braccia 100 da la vena donde nasce a precipizio nel lago con inestimabile strepito e rumore. Questa vena versa solamente agosto e settembre».

Se Leonardo si fosse recato a Fiume Latte, avrebbe certamente parlato della grotta, e sarebbe stato meglio informato dei periodi d’intermittenza del nostro fiume. Il letterato comasco Paolo Giovio che scrisse verso il 1517 o il 1518 la Descriptio larii lacus dedicandola al conte Francesco Sfondrati, volendo spiegare le origini del Fiume Latte, parla di una grande conca posta fra i monti, dove si raccoglierebbero le ac-

  1. Foglietto 214 del Codice Atlantico in Ambrosiana.