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i divoratori 103


Quando fu uscito, Nancy disse a Nino:

— Chi è la Villari? E perchè ha voluto suicidarsi? Villari... Villari! Mi pareva il nome d’una attrice morta cento anni fa.

Nino le prese la mano.

— Tu non sai niente, Nancy, — disse. — Non sai neppure di essere una piccola belva, una tigre ircana!...

Nancy rise.

— Sì, va bene. Ma chi è la Villari?

— Qualcuno che tu hai divorato, — disse Nino.

E, pensando al braciere di carbone, partì per Napoli col primo treno. Perchè Nino, pur avendo il naso di pasta frolla, aveva il cuore d’oro.

XIV.

Durante il lungo, tedioso viaggio in una carrozza vuota del treno accelerato, Nino affrontò le sue battaglie. Mise al posto vuoto rimpetto a sè la sua coscienza, e la guardò bene in faccia. Vicino a lui sedevano i desideri del suo cuore, che prendevano le sue parti. La sua coscienza aveva una faccia sporca che l’irritava. I suoi desideri erano chiari e candidi come una fila di gigli, e avevano delle voci alte che parlavano forte. La sua coscienza invece non diceva nulla, sedeva di fronte a lui, mostrando la faccia sporca, e taceva.

Già fin da Bologna i gigli l’avevano vinto e convinto... Alla fin fine, egli era giovane — insomma, relativamente giovane: a trentun anni un uomo si può dire giovane — e aveva ancora la sua vita dinanzi a sè; mentre Nunziata... via, Nunziata aveva vissuto la propria vita: ed