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374 annie vivanti


— Badate! — continuò il Musicista Vero, — badate bene: il Prodigio d’oggi uccide l’Artista di domani. Cogliendo il fiore, voi distruggete il frutto.

Nancy rise dolcemente.

— È come se diceste: bisogna guardarsi dal cogliere un bocciolo di rosa! esso non diventerà mai una mela!

Anne-Marie, che presso alla finestra alzava per la coda il bassetto per provare se era puro sangue, rise.

— Proprio vero, — disse, senza aver sentito nulla del discorso precedente, ma per l’istinto di irritare il Musicista che le pareva noioso.

— Zitta, cara, — disse sua madre. Poi soggiunse: — Anne-Marie è ciò che è. Io sono contenta che fiorisca libera quale Iddio l’ha fatta, senza preoccuparmi di ciò che potrà divenire un giorno; purchè sia buona e sana e felice! — E soggiunse: — Perchè non dovrei permetterle di suonare come un serafino oggi, per paura che, tra dieci anni, non suoni come Joachim?

— Già, — disse Anne-Marie tenendo sospeso per la coda il guagnolante Steiner. — Perchè?

L’austero visitatore si volse a lei.

— Bambina mia, — cominciò con voce cupa e profetica, — Bach...

— Oh, lo so già, — disse gaiamente Anne-Marie.

— Cosa sai già? — domandò severamente il Musicista.

— Stavate per dire: «Bach è un dio! Suona sempre Bach! non suonare che Bach! Tutto il resto è indegno», — sospirò Anne-Marie, già pentita di essersi immischiata nella conversazione.

— Niente affatto. Non stavo per dire questo, — sentenziò il critico.

— Allora stavate per dire quell’altra cosa: «Non osare mai di suonare Bach. Una bambina non può com-