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i divoratori 83


Partirono subito per Roma. Ordinarono per Nancy una veste sontuosa e un grande cappello piumato. E, giunto il fausto giorno, Nancy, con una veletta bianca calata per la prima volta sul viso infantile, in guanti troppo stretti, e tenendo il volumetto de’ suoi versi serrato al cuore trepidante, si recò al Quirinale, accompagnata da Carlotta, Adele e Valeria, tutte in grandi boa di piume bianche.

Una dama d’onore, dalla veste semplice e dalla voce dolce, le ricevette; e, sorridendo un poco, spiegò che soltanto Nancy era attesa e poteva essere ricevuta. Disse poi a Nancy di alzare il velo e di togliersi il guanto della mano destra. Carlotta, Adele e Valeria abbracciarono Nancy come se partisse per un lungo viaggio, e le fecero il segno della croce sulla fronte, e molte raccomandazioni. Quindi la dama di Corte la condusse per una fila di sale gialle, di sale azzurre, di sale rosse — fino alla sala bianca ed oro dove la Regina l’avrebbe ricevuta.

Quasi subito la porta si aprì e la Sovrana entrò. Aveva la veste ancora più semplice e la voce ancora più dolce della sua dama d’onore, e mosse sorridendo incontro alla figurina, timida, sotto l’immenso cappello piumato. Allora Nancy dimenticò la riverenza imparata e il saluto tante volte ripetuto. Fissando gli occhi timorosi e infantili sulla bionda e clemente visione, con un piccolo singhiozzo, afferrò e strinse al cuore la mano bianca che si porgeva a lei.

La Regina d’un tratto si chinò verso di lei e la baciò.

... Era tardi, quasi buio, quando Nancy, pallidetta e trasognata, tornò dove l’aspettavano sua madre, sua zia e sua cugina. Queste terminavano appunto un nervoso rinfresco di dolci e vini, con un gentiluomo in divisa in piedi presso a loro, e due lacchè incipriati che le servivano. Tutte e tre si alzarono quando Nancy apparve,