Pagina:Vivanti - Sorella di Messalina.djvu/153

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Ella ebbe un grido d’ebbrezza e rovesciò indietro la testa.

— Per me!... Per me! dammi... dammi!

— Sì! sì! per te, — rantolò lui. — Ma prima...

E con gesto fulmineo portò la mano alla bocca, se la riempì della droga, masticò, inghiottì, soffocando e ansando... E per due volte ripetè quell’atto, mentre ella avviticchiata a lui strillava:

— No! no! no! Perchè?... perchè?...

Vacillante, egli si divincolò.

— Ora a te! Prendi! — E le porse la scatola.

La donna indietreggiò, livida, spiritata.

— Dio!... Dio!... Cos’hai fatto! Orrore!... orrore!...

— A te! — ripetè lui, stringendo i denti. — Fa presto... prendi!

— No... no!... — strillò lei, e un terrore pazzo le stralunava gli occhi.

Egli chinò su lei il volto che s’era fatto azzurrastro di pallore; i suoi lineamenti si contraevano in una smorfia orribile:

Prendi!

Aveva la bocca arida e amara; un brivido di gelo gli scoteva le membra. Sentì che la scatola gli sfuggiva di mano, e la spinse tra