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VIII.

Un giorno di febbraio Alberto ricevette dal paesello sul Veronese dove viveva la sua famiglia — il padre medico condotto, la madre mite e semplice massaia, e Betty, la sorellina, soave fiore diciottenne — un telegramma. Betty era ammalata.

Egli si precipitò da Raimonda: la baciò, l’abbracciò, ascoltò distratto le sue parole di rammarico, e partì per San Vincenzo col cuore angosciato.

La sorellina guarì quasi subito: ed egli dopo pochi giorni fece ritorno in città.

Passò nello studio in corso Cairoli a prendere la sua esigua e poco interessante corrispondenza, indi si recò subito da Raimonda.

Non c’era. Era partita.

— Partita!

La cameriera, magra e maliziosa, non sapeva dove fosse andata. La cuoca, grassa ed intontita, non sapeva quando sarebbe tornata.

Alberto rientrò nel suo studio di cupo umore.