Pagina:Vocabolario degli accademici della crusca 1623 - A.djvu/4

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ALL'ILLVSTRISSIMO,
E REVERENDISSIMO
Signore, e Patron nostro Colendissimo,
IL SIG. CARDINAL BARBERINO.



Ichiedeua la'nclinazione, e obbligo naturale, che insieme con l'amore crescesse in noi la voglia di perfezionare il nostro Vocabolario, auendo veduto adempiersi l'espettazione di tutti noi, nell'essere stato a pro della nostra lingua, e approvato, e gradito. Però ci mouemmo a ripigliare intorno ad esso nuoue fatiche, e toltine via le'mperfezioni, o conosciute da noi, o fatteci conoscere amicheuolmente da altri, cercammo di maggiormente arricchirlo. Nel che essendo noi arriuati a quel segno, che ci hanno fino ad ora permesso le forze nostre, crediamo, se l'affezion non c'inganna, che non piccolo, in questa nuoua impressione, debba esser riconosciuto il miglioramento. Ne potendo egli di presente, per opera, e mezzo nostro, più in se stesso auanzarli, altro non ci restava a suo beneficio, che prouuederlo d'aiuti esterni. Fra i quali, essendo principalißimo l'appoggio di Personaggio, in cui sia disposizione, e modo a protegerlo, ed illustrarlo, non poteua il giudizio nostro indurci a più sicura elezione, che a quella di V.S. Illustrissima. Perciocchè ci si rappresentano in Lei, in grado così supremo, le sopradette due qualità, che non solo le conosciamo abili a patrocinio, e fauor bastante al nostro Vocabolario, ma di potere anche con la loro soprabbondanza ricoprirne le'mperfezioni. La disposizione manifestamente si scorge nella immensa sua cortesia, la quale (proprio effetto di natural generosità) sì come non le potrà permetter giammai di non riceuere, e di non gradir questo dono, offertole con animo sì deuoto, così ne costringerà l'amor della Patria, alla quale si spera di veder, per tal mezzo, illustrata la gloria d'vno de' suo' più singolar privilegi. Lo stesso ci promette l'ottima volontà di V.S.Illustrissima inuerso la nostra Accademia, e molti de' nostri Accademici, della quale, e prima, e vltimamente, nella sua dimora, fatta a' mesi addieto a Firenze, aueremmo così gran faggio. L'vniuersal cognizione, che si truova in Lei, e la pienissima intelligenza delle più sublimi scienze non la disporrà ella efficacemente

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