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più esterna un centomilionesimo di secondo, ma abbastanza per compiervi qualcosa come un milione di rivoluzioni.
Ed abbiamo parlato con ciò del caso semplice e normale della eccitazione dell’atomo; che se l’atomo fa un boccone troppo grosso di energia assorbita, secondo la vivace espressione dell’Eddington, ne scoppia (per eccitazione si gonfia soltanto) ed un elettrone, quello d’orbita esteriore è schizzato via, si potrebbe dire, sull’ultima orbita possibile, di raggio infinito; praticamente se ne va per conto suo.
L’atomo mutilo, che non sarà più neutro, ma caricato positivamente, si chiama ione; il fenomeno descritto, cioè l’ionizzazione, può ripetersi, cioè l’atomo può essere ionizzato una seconda ed una terza volta e così via, a seconda del numero dei suoi elettroni liberi rotanti.
È la disgregazione della materia che ha inizio, o, se vuolsi, una sorta di trasmutazione di elementi che si compie con l’ionizzazione; infatti l’atomo di elio, che ha due elettroni rotanti, quando sia ionizzato è costituito come quello d’idrogeno, che ne ha uno solo (non è qui il caso di dire in che cosa ne diversifichi); il sogno degli alchimisti non era adunque del tutto assurdo.
Un atomo ionizzato ha un gruppo di linee spettrali proprie; ecco spiegati i gruppi di linee non attribuibili ad alcun elemento terrestre, incontrati negli spettri stellari; giacchè, se talora in laboratorio il fisico ha potuto studiare spettri di atomi ionizzati, nei roventi crogioli delle stelle lo stato d’ionizzazione è del tutto comune.
L’indiano Saha nel 1920, in base alla teoria quantistica, determinò il grado d’ionizzazione per le varie temperature e pressioni.
I rapidi progressi della fisica atomica, nella quale è divenuto famoso il più giovane Accademico d’Italia, il Fermi, fanno sperare sempre più vasta e più intima la conoscenza delle linee spettrali ancor misteriose delle stelle; tra esse le linee attribuite al Nebulium, trovate negli spettri delle Nebulose; questo Nebulium non può essere che uno degli elementi noti che ha perduto degli elettroni.
Come conclusione ovvia di questa digressione fisica, si può dire che l’analisi spettrale non è più soltanto analisi chimica, ma va diventando sempre più analisi fisica, dello stato atomico cioè della materia.
Ora che abbiamo visto di sfuggita le varie forme dello studio fisico delle stelle e le caratteristiche stellari che esso è in grado di apprenderci, possiamo senza troppa presunzione, tentare di sod-