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Pagina:Volta - Le stelle, 1930.djvu/32

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Quali altre isole poi di vita e di pensiero nella infinità degli spazi siderei? E quali altre forme e quali altre altezze la vita potrebbe toccare? E se il pensiero non fosse che energia, sia pure quasi divina, perchè mai esso brilla qui, dove la materia è vecchia e povera d’energia, mentre si calcola che in media la materia nell’universo abbia una temperatura di un milione di gradi, capace quindi di energie prodigiose?

Ed infine: quale la meta cui tendono le crisi gigantesche, le sterminate migrazioni delle stelle, questo bruciare e questo splendere, questo nascere e questo morire di miliardi di soli? Come elettroni e protoni s’incontrano per scomparire e la materia si distrugge così, per diventare energia, per scagliare un raggio che viaggerà milioni di anni, potrà la materia rinascere dall’energia o rinascerà solo per un atto creativo?

Pure allo sgomento, al dubbio, al pessimismo generati da questi misteri tremendi, la speranza e la coscienza dell’uomo contrappongono il conforto di un sogno e di una fede; se la vita fisica nostra, isolata o no nel cosmo, è serva della materia, quella del nostro spirito è all’infuori della materia, è indipendente dai destini e dai fini dei mondi siderali; se l’osservatorio e l’osservatore dei cieli sono materialmente un pulviscolo nell’universo, l’anima umana tutto lo occupa o lo percorre, più veloce della luce. E sopravviverà, per comprendere ciò che oggi non comprende, tutta la realtà, l’ultimo fine del suo divenire e la Realtà stessa Suprema di Dio.