Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/125

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se poi non ti disponi a consentir subito alle sue richieste, sappi ch’egli ti disfida a combatter seco in duello fino all’ultimo sangue:” così dicendo, l’araldo gettogli il guanto, usato segno della disfida.


“E dov’è questo mìllantatore che a me t’invia?” domandogli Manfredi. “Una lega di quà distante,” replicò l’araldo; “e viene apposta per far valere le pretensioni del suo signore contro di te, essendo egli leal cavaliere, e tu un usurpatore ed un ladrone.”


Per quanto offensiva si fosse cotale ambasciata, riflettè Manfredi, non convenirgli il provocar lo sdegno del marchese, sapendo esser ben fondate le sue ragioni, poichè non era quella la prima volta che venia minacciato della piena restituzione. Per meglio schiarire il fatto, si vuol sapere qualmente gli antenati di Federigo aveano pretensione sul principato d’Otranto dopo la