Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/136

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prencipe gli disse: “cavaliere, tu non sei con me gentile, ma non credere ch’io voglia importi alcun obbligo, o corrucciarmi teco; no, non avrai da lagnarti del principe d’Otranto; io sono incapace di meditare alcun tradimento contro di te, nè tu, spero, contro di me;” e dandogli un anello continovò: “eccoti un pegno della mia fede; tu cogli amici tuoi vivrai sicuro all’ombra delle sacre leggi dell’ospitalità. Signori, riposatevi in questa sala sino a tanto che sia apparecchiata per ristorarvi la mensa; io andrò a dare gli ordini e provvedere pel vostro seguito, tornerò a momenti.” I cavalieri chinarono in segno di accettazione e ringraziamento la testa, e Manfredi comandò che le lor genti venisser condotte ad un vicino ospitale fondato dalla principessa Ippolita per alloggiarvi i pellegrini. Mentre quelle facevano il giro del cortile per ritornare verso la porta, la gigantesca spada fuggì repentinamente di mano a coloro che la portavano, e andando a cadere nel lato opposto