Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/139

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vi, e possiate al mio discorso dar ascolto migliore che a’ vani sforzi, da me fatti per divertirvi.”


Allora Manfredi condusse i tre ospiti in una camera appartata, ne chiuse la porta, e fattigli sedere, voltandosi al principale tra essi, così prese a parlare.


“Cavaliere, siete quì venuto, a quel che intendo, primieramente per ridomandare, in nome del marchese di Vicenza, Isabella di lui figliuola, promessa già in isposa al figlio mio in faccia della santa chiesa, e colla permissione de’ legittimi di lei tutori; in secondo luogo per farmi rinunziare i miei stati al vostro signore il quale si spaccia per il più prossimo consanguineo del fu principe Alfonso di felice memoria. Incomincerò dal rispondere al secondo articolo: dovete adunque sapere, siccome al signor vostro è ben noto, che io possiedo il principato d’Otranto per la morte di Don Emanuello mio