Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/156

Da Wikisource.

143

voi il volete, ed anch’io brame di risparmiare un acerbo cordoglio al mio povero vecchio padre il quale ne morrebbe d’affanno; ma voi, adorabile principessa, fatemi di nuovo intendere dalle vostre labbra che avete pietà di me”... “Aspettate,” disse Matilda, “voglio io stessa condurvi all’entrata dell’andito sotterraneo per dove prese la fuga Isabella; di là potrete andare nella chiesa di S. Niccola”... “Come!” interruppe Teodoro, “e voi non foste quella che assistei a trovar il passaggio sotterraneo?” “No, fu altra persona,” riprese Matilda; “ma non perdete tempo in farmi delle interrogazioni: voi mi spaventate, restando più a lungo; fuggite di grazia, ritiratevi in luogo sacro.” “In luogo sacro!” replicò Teodoro, “no, principessa; ci vadano le orfane fanciulle incapaci per se medesime di difesa, o vi si ritirino i delinquenti. Io non mi sento reo di alcuna colpa, nè voglio apparir tale: procuratemi soltanto una spada, e vedrà il padre vostro, come io disprezzi una