Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/250

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vento, ma ciò fu invano; onde la collocarono in una lettiga, e la condussero là dove desiderava di esser trasportata. Stavale, cammin facendo, Teodoro da un lato sorreggendole con una mano la testa, piegato alquanto sopra di lei, e smaniante per disperato amore, dandole continovamente speranza di vita: dall’altra parte, il P. Girolamo l’interteneva e la confortava con devoti discorsi, sostenendole avanti agli occhj la sacra immagine del Crocifisso, che ella bagnava con lagrime innocenti, mentre veniva da esso preparata ad una immortale eternità. Manfredi, immerso nella più profonda afflizione, andava dietro alla lettiga inconsolabile e forsennato.


Prima che giungessero al castello, avendo Ippolita risaputo il lacrimoso avvenimento, corse ad incontrare la figlia; ma quando si avvicinò al tristo spettacolo, l’acerbità del dolore le oppresse i sensi, e cadde tramortita. Isabella e Federigo, con essa dal ca-