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Perchè il tuo soccorso omai si scopra,
10Tu i Re discordi in sagra guerra aduna,
Pronti già per tua gloria alla grand’opra.
Nè chiedo io già con supplica importuna
La tua possento man, ma solo adopra
Quel piede avvezzo a calpestar la Luna.
FRANCESCO BRUNAMONTI
I
Fermare a i fiumi il corso, a i venti il moto,
Trar gli alti monti, e l’alte selve seco,
Far, che i tigri, e cignai non guardin bieco,
E ch’ogni serpe di venen sia vuoto;
5Fin là, ve l’uman stame attorce Cloto,
Gir, e far guerra, o Re di stige, teco,
E trar mill’alme dal tuo bujo speco
Fin sul Ciel, che pur troppo a te fu noto;
E dar lassuso a quelle eterne menti
10Con prodigi non mai visti finora
Nuovi di maraviglia ampi argomenti;
Opre sono di lui, che qui s’adora:
Il sa l’Egitto, il san tutte le genti
Nate, e ’l sapranno le non nate ancora.
II
Astrea, dice talun, stava fra nui
Quando il vecchio Saturno ci reggea,
E per li boschi in pace si vivea,
Senza dir: questo è mio, quello è d’altrui.
5Ma poi, ch’il vizio uscì dagli antri sui,
E quella buona gente si fè rea,
Partissi, e nel partir pur si volgea
Dicendo: non vo più tornar fra vui.
Io no ’l dico però, che già la veggio
10Più, che mai lieta circondar d’allora
Due belle fronti al picciol Reno in riva;