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E fra poco vedrò sul primier seggio
Lei coll’altre compagne, e affatto viva
La rimembranza dell’età dell’oro.
MARIA BUONACCORSI.1
Giva Febo di se fastoso un giorno
Per l’arti sue sì rinomate, e rare,
Per cui, coll’una fa l’alme sì chiare,
Coll’altra scaccia i rei malor d’intorno;
5Quand’ei mirando dal gran carro adorno
Là ’ve corre il bell’Arno al tosco mare,
Vide l’istesse sue virtù preclare
Splender nel Redi, e n’ebbe invidia, e scorno.
Di sdegno allora, e di livor dipinto
10Il volto, ei disse: E che dirà mai Delo,
Se un Mortal mi pareggia, e forse ha vinto?
E preso a un tempo il più terribil telo,
A lui vibrollo, e ’l pose a terra estinto;
Ma poi pietoso lo ripose in Cielo.
GIULIO BUSSI.
I2
Sognata Dea, che da princìpi ignoti
Avesti pria tra ’l volgo ignobil cuna,
Indi crescendo i creduli divoti
T’ersero altari, e ti nomar Fortuna:
5Superba sì, che quanti il Ciel raguna
Negli ampi giri astri vaganti, e immoti
Chiami tue cifre, e senza legge alcuna
Per dar legge a i Mortali usurpi i voti.
Su base istabil di rotante sfera
10Di confondere il Tutto hai per costume,
Sorda, cieca, ostinata, ingiusta, altera.