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     Dir: costui certo arde d’amore, e stassi
     In pene, e guai senza sperar mercede.
5Pur l’aspra mia nimica ancor non crede
     Ciò, ch’altri dice, e ch’ancor sanno i sassi,
     E spargo al vento le parole, e i passi,
     Se cerco al mio gran male acquistar fede.
Talchè sono già presso a uscir di vita;
     10Nè mi cale il morir, che so, ch’io porto
     Purtroppo al core aspra mortal ferita.
Ma vorrei ben giacchè mi muoio a torto,
     Che la crudel dopo la mia partita
     Credesse almen, che sol per lei son morto.


IV


Io so ben la cagion, perchè senz’onde
     Voi siete, o fonti, e l’erbe il lor vigore
     Non hanno, e i fiori il bel natìo colore,
     E son questi arboscei privi di fronde;
5Mancata è loro la virtù, ch’infonde
     Con quei begl’occhi, ove risiede Amore,
     Colei, che per mio grave aspro dolore
     Noiosa lontananza or mi nasconde.
Ma se fia mai quel dì, ch’io non lo spero,
     10Ch’elle ritorni in questa secca arena,
     E volga intorno il suo bel guardo altero;
Torneran l’acque ai fonti, e di fior piena
     Vedrem la terra in suo stato primiero,
     E cangiarsi in contento ogni mia pena.


PRUDENZA GABRIELLI CAPIZUCCHI.


I


Ragion, tu porgi alla confusa mente
     Della tua luce un raggio almo e sereno:
     E mostri a quanti error disciolga il freno
     Un cor, che a vil caduco amor consente.
5Onde del Bel, che a lagrimar sovente
    N’astringe, io fuggo il rapido baleno: