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     10Orribil vista! il tronco infame, e tanto
    Puote femmina vil quando al Ciel piace.
Diceva, e sorse il chiaro giorno intanto:
     E suonar s’udìo quinci inno di pace,
     E un fremer quindi tra la rabbia, e il pianto.


FRANCESCO DOMENICO CLEMENTI


I1


La divina Pietà veggio omai stanca
     Del suo lungo soffrire, e del tuo errore,
     Misera Europa, e il ferro ha tratto fuore
     Iddio, che di sue offese or si rinfranca.
5Mira, infelice, dalla destra o manca
     Parte, come il vicin tuo mal peggiore
     Tutta t’ingombra di spavento e orrore,
     Tal che ogni speme di salvezza or manca.
Già pende in aria il fatal colpo, e aspetta,
     10Per vibrarlo, da te vigore e lena
     Europa mia, deh! se il timor non frena
     Il grav’error, che il divin sdegno affretta,
     Oh qual di te misera scena!


II2


Il bel di tue virtù splendor giocondo,
     Che i puri raggi al par del Sol distese,
     A te l’Ibero ubbidiente rese,
     E coll’Ibero il più remoto Mondo.
5Onde, poichè deposto il mortal pondo
     Il patrio Reno ancor legge ti chiese,
     Mentre te vide a null’altro secondo.
Talchè quelle virtù, che a te recaro

  1. All’Europa nella Massa del Turco.
  2. Coronale a Carlo VI. nel 1706, prima in Madrid, poi in Toledo acclamato Re di Castiglia.