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     Temprar degli elementi il vario zelo,
     E ’l mondo far con la lor guerra adorno:
5Dar la Luna alla notte, il Sole al giorno,
     Stender nell’aria delle nubi il velo:
     Frenar i venti, e far ch’or caldo or gelo
     Doni alla Terra della copia il corno:
Dar corso a’ fiumi ’n questa e in quello parte,
     10Ornar l’Uom d’intelletto e di parole,
     Dar vita senso e moto agli animali:
Delle tue mani son opre altere e sole,
     Signor, onde a noi ciechi egri mortali
     Mostri d’un sommo amor la forza e l’arte.


III1


Al vivo Sole a quei celesti ardori,
     Ch’ardono i cuori ancorchè sien di ghiaccio,
     Talor mi sfaccio, ed esco tutto fuori
     Di questi orrori e del mondano impaccio.
5E, s’ho parole allor d’alti splendori
     Contro gli amori accese, io non le faccio,
     Ma ’l divin braccio a cui tutti gli onori,
     Voi miei Signori, por dovete in braccio.
Che se l’affetto pio da lui m’impetra
     10Quel dir che spetra l’indurata voglia,
     E non la spoglia sol, ma il cor penetra:
Tal del perfetto amor oggi si svoglia,
     Che con gran doglia dal suo cor la pietra,
     Ch’or sì l’impètra, avverrà al fin ch’ei toglia.


II2


Non è sì vaga alla stagioni novella
     L’ape di puri ed odorati fiori,
     Allor che i novi preziosi umori
     Industre porta ad arricchir la cella;

  1. Predicando in Napoli, e richiesto essendo come acquistata avesse tanta efficacia di parlare.
  2. Soavità della grazia divina.