Pagina:Zappi, Maratti - Rime I.pdf/215

Da Wikisource.

167

Ahi che spietata stampa oggi rimiro!
     10Quegli occhi copre un tenebroso velo,
     E son trafitti il capo i piè le mani.
Dunque, o mia Vita, a tanto aspro martiro
     T’ha spinto del mio ben la sete e ’l zelo!
     Dunque fa l’error mio frutti sì strani!


VII


Quand’io penso al fuggir ratto dell’ore
     E veggio mentre parlo il volto e ’l pelo,
     Sparso di morte l’un l’altro di gelo
     Cangiar l’usato suo vago colore:
5Mi fermo, e pien d’orror prego il mio cuore,
     Che di se stesso abbia pietate e zelo,
     E non voglia smarrir la via del Cielo
     Fra le vane speranze e ’l van timore:
Vedi, gli dico, che a’ tuoi danni aspira
     10La Morte che sen viene a gran giornate,
     E che fugge il piacer qual nebbia al vento.
Drizza a quel segno de’ pensier la mira
     Ove mal grado dell’ingorda etate,
     Potrai sempre con Dio viver contento.


VIII1


Ov’è la fronte più che il Ciel serena,
     D’ogni spirto celeste amato obbietto?
     Ov’è il santo costume e ’l sacro aspetto
     D’ogni ben nato cuor laccio e catena?
5Ov’è la voce d’armonìa sì piena,
     Ch’ogni empio e rio voler rendea perfetto?
     Ov’è la luce del bel raggio eletto,
     Che fea dolce dell’alma ogn’aspra pena?
Ov’è la man che il fier nemico estinse,
     10Ed ha tolta all’Inferno ogni sua possa,
     Per cui tant’ebbe il Mondo affanno e guerra?
Ov è il Mortal, che il Verbo eterno cinse?
     Ahi quanto Ben s’asconde in poca fossa,
     E quant’oggi splendor sen’va sotterra!

  1. Gesù deposto di Croce, e sepolto.