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     Quest’arti illustri, e vaghe a noi concesse,
     Che sann’in legni, in marmi, o in lini espresse
     Di Natura imitar l’opre più belle;
5Creolle il Fabbro eterno, e al Mondo dielle
     Quando nell’Uom sua grande imago impresse,
     Fermò nell’aria il suol, le sfere eresse,
     E in Terra i fior dipinse, e in Ciel le stelle.
Or non dovranno de’ Mortali a’ sensi
     10Oggetto offrir, che non sia onesto, e pio,
     E quale all’alta origin lor conviensi.
Che se ad altro lavor cieco desìo
     Muove la man; sorga la mente, e pensi,
     Che il primo Autor di sì bell’arti è Dio.


X1


Mentr’oggi, o Silvia, a pascer l’agne inteso
     Men gìa d’Alfeo lungo l’erboso lido;
     E dal desìo d’udir tue rime acceso,
     Le affretto or colla lingua, ora col grido:
5Tra le frondi d’un Più veggo sospeso
     Codesto di usignuoli industre nido,
     E di repente in sulla cima asceso,
     Da’ rami, onde pendea, lieto il divido.
Pastorella per via non vid’io poi,
     10Che per averli non narrasse quanti
     Eran per tutt’Arcadia i pregi suoi.
Ma pur, d’ogni altra disprezzando i vanti,
     Serbali a te: perchè da i versi tuoi
     Apprenderanno più soavi i canti.


XI2


Si vivo lume di virtù matura
     Nel tuo bel cor fin da’ prim’anni ardea,
     Ch’al gran Pastor per te l’Ostro chiedea

  1. Alla Signora Gaetana Passerini, detta in Arcadia Silvia Licoatide.
  2. Nella promozione dell’Eminent. Sig. Cardinale Albani.