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     Se non quando dal cor prende congedo.
5Il sol pensier d’Eurilla ancor non cedo
     Al Mondo, che per altro a me non piace;
     Anzi meco si sta con tanta pace,
     Che pensiero del Mondo io più nol credo.
Amo lei come bella al suo Fattore;
     10Nè sentendo per lei speme, o temenza,
     Nell’amor mio non cape altro che amore.
E amo così, che non sarò mai senza
     Il puro affetto; e vi s’adagia il core
     Con l’alma securtà dell’Innocenza.


VII


Lungi vedete il torbido torrente,
     Ch’urta i ripari, e le campagne inonda,
     E delle stragi altrui gonfio e crescente,
     Torce su i vostri campi i sassi e l’onda.
5E pur’altri di voi sta negligente
     Su i disarmati lidi, altri seconda;
     Sperando, che in passar l’onda nocente
     Qualche sterpo s’accresca alla sua sponda.
Apprestatigli pur la spiaggia amica;
     10Tosto Piena infedel fia che vi guasti
     I nuovi acquisti, e poi la riva antica.
Or che oppor si dovrìan saldi contrasti,
     Accusando si sta sorte mimica:
     Par che nel mal comune il pianger basti.


VIII


Scioglie Eurilla dal lido. Io corro, e stolto
     Grido all’onde, che fate? Una risponde:
     Io, che la prima ho il suo bel nume accolto,
     Grata di sì bel don bacio le sponde.
5Dimando all’altra: allor che ’l Pin fu sciolto
     Mostrò le luci al dipartir gioconde?
     E l’altre dice: Anzi serena il volto,
     Fece tacere il vento, e rider l’onde.
Viene un’altra, e mi afferma: or la vid’io
     10Empier di gelosìa le Ninfe algose,