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10Io non scerneva il candido tuo aspetto
Da quello, ove ti stai, cespo di giglio.
Te rende forse il buon paterno affetto
A mie sorti compagno in questo esiglio?
Nò, Padre: io te nella mia Patria aspetto.
IV
Questa è la porta, ov’io sovente entrando
Venir vidimi incontro il tuo bel viso;
Nè qui le cure io diponea, che quando
Giungeami il tuo saluto, il tuo sorriso:
5Deh, se ancor m’ami ove si vive amando,
E più s’ama suo sangue in Paradiso,
Figlio, da’ Vivi o tu m’impetra il bando,
O riedi il Padre a consolar col riso.
Tu dal porto, onde miri il mio periglio,
10E co’ voti, e co’ baci, in cui puoi tanto,
Piega a mio scampo il nuovo Padre, o Figlio;
Nè chieder fine al pianger mio, ma pianto,
Che le colpe del cor terga col ciglio:
Chiedi un dolor, che mi ti porti accanto.
V1
Pender vegg’io cinta di rai Donzella
Su i nostri carmi; e chi sarà costei?
Quella sarà che tutta a Dio fu bella,
Poichè non fu sì bella altra che Lei.
5Io la conosco al piè sull’Angue, a quella
D’auree stelle corona in su i capei;
Già il cor mi vede in sulle labbra, ond’Ella
Accoglie alta e serena i voti miei.
Nè vita imploro al morto Figlio, o quante
10Ricchezze a noi l’uno, e l’altr’Indo invìa,
Nè che al pari d’Omero eterno io cante.
Chieggo che qual fu il primo a Te Maria
(Se tanto lice) immacolato istante
De’ miei penosi dì l’ultimo sia.
- ↑ Alla Beata Vergine.
Zappi. Tom. I. | 14 |