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     Benchè nel trono tu mi seggia accanto.
Mite ed altier fammi in un tempo Achille;
     10Paride in armi, e neghittoso, e scaltro;
     E Troia in danze, e orribil preda al fuoco.
È ver, che mostri mille oggetti e mille;
     Ma tu muti per lor figura e loco,
     E per dar vita all’un, distruggi l’altro.


VII


Mentr’io dormìa sotto quell’elce ombrosa
     Parvemi, disse Alcon, per l’onde chiare
     Gir navigando d’onde il Sole appare
     Fin dove stanco in grembo al mar si posa,
5E a me, soggiunse Elpin, nella fumosa
     Fucina di Vulcan parve d’entrare;
     E prender’armi d’artificio rare,
     Grand’elmo, e spada ardente, e fulminosa.
Sorrise Uranio, che per entro vede
     10Gli altrui pensier col senno, e in questi accenti
     Proruppe, ed acquistò credenza e fede:
Siate, o Pastori, a quella cura intenti,
     Che ’l giusto Ciel dispensator vi diede,
     E sognereste sol greggi ed armenti.


VIII


Per mille lustri viveranno, e mille
     Quei, che cantaro il fiero eccidio Ileo,
     E quei, che celebrar sul plettro Acheo
     I Regi d’Argo, e l’adirato Achille.
5Sinchè si udrà, che in cenere, e in faville
     D’Assaraco la Reggia al fin cadeo,
     Anch’essi in faccia al Tempo edace, e reo
     D’illustre gloria vibreran scintille.
Ed io qual mai sui crin’incolti, ed irti
     10Avrò ghirlanda? Io, che d’umìl concento
     Pago mi sto tra gli amorosi Mirti.
Già di più forti piume armar non sento
     Il debil tergo. Oh gloriosi Spirti,
     Adoro il vostro nobile ardimento.