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Porta nel volto, e chiuderà nel cuore
L’ardir di questo, e la beltà di quella.
Già l’Italia d’Eroi nutrice e madre
10La finge adulta, e in marzial periglio
Pugnarla vede, e regolar le squadre;
Nè sa dir, se con l’armi e col consiglio
Doni più gloria a sì gran figlio il padre,
O più ne renda a sì gran padre il figlio.
IV1
Questo è l’eccelso e fortunato Legno,
Ministro a noi della celeste aita,
Su cui morendo il vero Sole, in vita
Ridusse l’uomo, e franse il giogo indegno.
5Questo è l’invitto e bellicoso Segno,
Che contro al suo nemico ogni alma invita,
Acciò di lui trionfatrice ardita
Passi all’acquisto del promesso Regno.
L’Arbore è questa, ond’ogni spirto imbelle
10Raccoglie ardire, e appresse al primo Duce
Vola sicuro ad abitar le stelle.
Questa è la chiara inestinguibil Luce,
Che al porto, in faccia ai nembi e alle procelle,
La combattuta Umanità riduce.
V2
Sogni e favole io fingo; e pure in carte
Mentre favole e sogni orno e disegno,
In lor, folle ch’io son, prendo tal parte,
Che del mal, ch’inventai piango e mi sdegno.
5Ma forse, allor che non m’inganna l’arte,
Più saggio io sono? È l’agitato ingegno