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     Troncò quel sacro stame invida Parca,
     Ma d’apparir non osa il colpo impresso.
5L’adorato sembiante, al cui riflesso
     Rese omaggi di fede ogni Monarca,
     La Maestà serba illibata; e in esso
     Bella par morte, e d’ogni orrore è scarca.
D’Alma sì grande il nobile ricetto
     10Restar dovea dal comun fato esente,
     Come illustre di gloria albergo eletto.
Ancor vive Alessandro, anzi è presente.
     Apri l’augusto Avello, ecco l’aspetto:
     Mira Pietro il nipote; ecco la mente.


VI


Perchè gli argini rompe e i campi inonda
     Quel fiume, e torri abbatte, e tempi atterra?
     Perchè sdegna il riparo, ond’altri il serra,
     E sciolta in grembo al Mar vuol correr l’onda.
5Perchè sibila l’aria, e furibonda
     Sin da cardini suoi scuote la terra?
     Poichè chiusa si trova, e più non erra,
     E sdegna quella carcere profonda.
Perchè sasso scagliato in giù sen riede,
     10E sempre al Ciel drizza la fiamma i rai?
     Perchè il sasso, e la fiamma han varia sede.
Forzato anch’io la sfera mia lasciai,
     E sin che dove ho il cuor non giunga il piede,
     Stupor non fia, ch’io non m’accheti mai.


VII1


Quest’è il Parrasio Bosco? Il nido è questo
     Dove de’ Cigni Ascrèi si ammira il canto?
     Chi svelse il lauro a cui sedeva accanto,
     E ’l cipresso piantò tetro e funesto?
5Vedo pianger le Muse, e in bruno ammanto
     Lagnarsi metro addolorato e mesto;

  1. Per i Giuochi Olimpici celebrati in Arcadia.