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IV1
Mio cuor, credi, ed adora: eccoti avante
Al gran mistero, in cui si stringe al petto
Vergine Madre e Sposa il Pargoletto
Tuo Redentor tanto aspettato innante.
5Deponi qui le così varie, e tante
Folli speranze, e ogni profano affetto;
E sia per te nelle sue fasce stretto
Ei l’Amore, ei l’Amato, ed ei l’Amante.
Vedi come a Maria risplende il viso
10D’un sì bel pianto, che non fu giammai
Delle Stelle, e del Ciel più bello il riso?
Per poco, o nulla, lagrimasti assai:
Or se nol fai dal tuo fallir conquiso,
Quando in uso miglior pianger saprai?
V
Stavasi in due brune pupille ascoso
Amor senz’arco al fianco, e senza strali,
E in dolce sonno il Garzoncel vezzoso
Fatto s’avea molle origlier coll’ali.
5Quando il mio cuor d’accarezzar voglioso
Le belle fresche guance ed immortali,
Venne incauto a turbare il suo riposo,
E sdegni accese a null’altr’ira eguali.
Lampeggiar l’aria al muover del suo volo,
10E uscir saette, per cui fuma, e stride
Tutto in faville il cuor, fu un punto solo.
Deh alcun non sia, che del Crudel si fide,
Ch’ove altri teme men, più acerbo è il duolo,
E se dorme, e se veglia, ei sempre uccide.
VI2
Chi è, dicean le sovrumane menti,
Ch’ornano i Cieli e delle Stelle han cura
Costei che vien fra le beate genti
- ↑ Nello stesso soggetto.
- ↑ Sopra l’Assunzione della Beata Vergine.