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VI


Il più vago fiorellino
     Sei tra’ fiori, o Mammolletta,
     Che non brami ir fastosetta
     Tra le pompe del giardino.
5Tu col capo a terra chino
     Godi star sempre soletta
     Ove fresca è più l’erbetta,
     Ove folto è più lo spino.
Ma se avvien, che alfin ti adocchi
     10Nice altera, e te divella
     Perchè in seno a lei trabocchi;
Dì tu a Nice vanarella,
     Dille allor, che il sen le tocchi:
     Me somiglia, e sarai bella.


VII


Vedi, Iren, quell’alta Nave,
     Per le vaste onde Tirrene,
     Che di dolce aura soave
     Ha le vele omai ripiene.
5Eredi a me, ch’ella non pave,
     Che un vil pesce unqua l’affrene,
     Come fa l’ancora grave
     Quando è fitta entro l’arene.
Tu bensì pruovi un’infesta
     10Remoretta, che gir tardo
     Ti fa in alto, e ancor ti arresta.
Volgi a lei, volgi lo sguardo,
     E tu, Iren, vedrai che questa
     Ella è sol l’uman riguardo.


VIII1


O Famoso inclito Vate
     Della Parma onor sublime,

  1. Per Giacopo Marmitta Parmigiano poeta celebre del secolo XVI. Morì tra le braccia di S. Filippo Neri.