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     Tutte intorno alle cui rime
     Corser l’aure innamorate.
5Belle ei fu della tua etade
     L’agguagliar le Muse prime,
     E il salir là sulle cime
     Del Parnaso alte onorate:
Ma più belli far tuoi vanti,
     10Quando al Neri in sen finiro
     Di cantar tue labbra amanti.
Nobil Cigno, io ben t’ammiro,
     Porto invidia a’ tuoi gran canti,
     Ma più all’ultimo sospiro.


IX1


L’onor, la Fama, e in un la Gloria, e quante
     Virtudi ha il nobil Mondo un dì si fero
     Incontro all’Alma tua col vivo e vero
     Celeste loro ed immortal sembiante.
5Drizzaro indi le belle agili piante
     La ve’ tua mente alberga, e alfin sedero
     In grembo a lei, cone in lor trono altero,
     Leggi dettando avventurose e sante.
Sacrò l’Alma in suo cuor l’inclite loro
     10Voci, e di quelle entro al suo regno interno
     Munìa sè stessa, e ne facca tesoro;
Talchè ora vien per suo gran vanto eterno,
     D’esse Virtù frà l’ammirabil Coro,
     Con sì bei dogmi a far di noi governo.


X2


Nè per l’auree sue piume altero splende,
     Nè per l’Arabe selve avvien, ch’ei vole
     Quell’Augello dell’ali uniche e sole,
     Che sol nel nome oggi immortal si rende.
5Non fa di aromi il rogo, e non l’accende
     Col dibatter sè stesso incontro al Sole,

  1. All’Abbate Agostino Paradisi.
  2. Per una Monaca.