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II
Era disposta l’esca, ed il focile
Per destar nel mio seno un dolce ardore:
Sol vi mancava qualche man gentile,
Che battesse la selce in mezzo al cuore.
5Quando Madonna alteramente umìle
Ver me si fece in compagnia d’Amore;
E colla bella man non ebbe a vile
Trarmi dal sen qualche favilla fuore.
Ma sì ratto l’incendio allor s’apprese,
10E sì vasto, e sì fiero, e sì stridente,
Che tutto il seno ad occupar si stese.
Ah! che il fuoco d’Amor serpe talmente,
Che quella stessa man, che in pria lo accese,
A frenarlo dappoi non è possente.
III
Fra l’atre vampe d’alta febbre ardente
Geme assetato entro all’odiose piume
Fanciullo infermo; e si raggira in mente
L’ingorde brame d’assorbirsi un fiume.
5Se quelle vampe mai restano spente
Per virtù d’erba, o per pietà d’un Nume,
Avvien che sano egli nè men rammente
Del già bramato rio l’ondose spume.
Tal io, cui già di sitibondo ardore
10Per la vostra beltà, Donna m’accese
L’anima inferma il dispietato Amore:
Or che lo sdegno in sanità mi rese
L’aride fibre, io non ho più nel cuore
Quel desìo, che di voi già sì mi prese.
IV
Quasi un popol selvaggio, entro del cuore
Vivean liberi e sciolti i miei pensieri;
E in rozza libertade incolti, e fieri,
Nè meno il nome conoscean d’Amore.
5Amor si mosse a conquistargli; e ’l fiore
Spinse de’ forti suoi primi Guerrieri;