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XII
Ape gentil, che intorno a queste erbette
Susurrando t’aggiri a sugger fiori,
E quindi nelle industri auree cellette
Fabbrichi i dolci tuoi grati lavori;
5Se di tempre più fine e più perfette
Brami condurli, e di più freschi odori,
Vanne a i labbri e alle guance amorosette
Della mia bella e disdegnosa Clori.
Vanne, e quivi lambendo audace, e accorta,
10Pungila in modo, che le arrivi al cuore
L’aspra puntura per la via più corta.
Forse avverrà che da quel gran dolore
Ella comprenda quanto a me n’apporta
Ape vie più maligna, il crudo Amore.
XIII
La beltà di Madonna entro il mio cuore
Passò così guerriera, e sì lo prese,
Che senza ch’ei potesse far difese,
Vi stabilì la Sgnoria d’Amore.
5Quel tirannico allora empio Signore
D’ogni bene a spogliarlo in prima attese;
E poscia un fuoco sì crudel v’accese,
Che dura ancor quel maledetto ardore.
E perchè l’Alma a ribellar non pensi,
10Tutte sbandì le sue potenze, e lei
ommise in guardia alla follìa de’ sensi:
E con modi superbi, indegni, e rei
La costrinse a pagar tributi immensi
Di sospiri, di lagrime, e d’omei.
XIV
Oggi il giorno dolente, e questa è l’ora
Che Tu fosti, o Signor, trafitto in Croce
Questo è il momento, in cui per duolo atroce
Dal sacro corpo tuo l’Alma uscì fuora.
5In questo stesso le tue grazie implora
Il mio lungo fallir con umil voce: