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     Gloria non più, solo ricerca pace,
     E pace ancora il suo destin le invola.
5Marte con sanguinosa accesa face
     A lei d’intorno si raggira e vola;
     Piangendo soffre ella i suoi danni e tace,
     Rimirando se alcun pur la consola.
Annibale, dal marmo in cui ristrette
     10Son tue membra, alza il capo, e a lei rivolto
     Lieto rimira alfin le tue vendette.
Ma benchè suo nemico, un nembo accolto
     Scorgendo in lei di tante empie saette,
     Spero vederti lagrimoso il volto.


VI


Per nero fiume, che sulfurea l’onda
     Volge tra sassi, sovra fragil barca,
     Ov’è nocchiero Amor, piangendo varca
     Catenato il mio Spirto all’altra sponda.
5Ahi qual Terra m’aspetta atra, infeconda
     D’ogni vaghezza, e d’ogni pregio scarca!
     Ivi l’aria d’orrore ingombra, e carca,
     Ivi sol crudo affanno. e pianto abbonda.
Già venni all’altra riva. Ecco s’attiene
     10L’àncora al fondo: io scendo, e già d’Averno
     Premo col piè le disperate arene.
Ma fugge il tetro orror, e più non scerno
     Fiume, barca, nocchier, lido, e catene:
     Pur sono ancor nell’amoroso inferno.


VII1


Del vago Adon, per gelosìa di Marte,
     Spento Vener piangea l’infausto amore;
     Ma non porgean conforto al suo dolore
     Tante lagrime e tante indarno sparte.
5Quando ella vide il suo gentil Pastore
     Scolto per te, Parodi, e sì dall’arte

  1. Al Sig. Domenico Parodi celebre Sculore per la Statua d’Adone.