Pagina:Zappi, Maratti - Rime I.pdf/72

Da Wikisource.
24

     (Grazie a chi regna e il secol nostro onora)
     Si toglie a oscura ignobile ruina?
5S’innalzi, ove la fronte alma e divina
     Il Sol che nasce al Laterano indora,
     E veggia il Pellegrin che il tempo adora
     Che vive ancor la maestà Latina.
Poi su la cima aureo Colosso industre
     10Ergasi a lui che impera; e incida questi
     Carmi la Fama appiè del marmo illustre:
Ceda Augusto a Clemente: ei dalla guerra
     Il Lazio, ma dall’alte ire celesti
     Tutta Clemente assicurò la Terra.


L.1


D’allor che adorna l’eniconia gente
     A Febo una corona un dì chiedei,
     E dissi: io del magnanimo Clemente
     L’alto illustre Nipote ornar vorrei.
5Sorse il Nume dal soglio e con ridente
     Sguardo lieto si volse a’ voti miei:
     E si tolse dal crine aureo lucente
     Quella che avea de’ più bei lauri ascrei.
Indi questo ch’io cingo in Elicona
     10Serto a lui porgi, ei disse, al chiaro ingegno,
     E a’ modesti pensier degna corona:
Ma giunga ah presto dalla Siria sponda
     Ostro, che il cinga, e sia serto più degno:
     Scarso premio a gran merto è lieve fronda.


LI.


Anime illustri, il cui gran nome in queste
     Selve risuona, e fia ch’alto rimbombe
     Finchè il Sol muova; ah perchè mai sì preste
     Volaste al Ciel quai candide Colombe!

  1. Coronale in lode del Sig. Abb. D. Alessandro Albani Nipote di Clemente XI., poi Cardinale di Santa Chiesa.