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(Grazie a chi regna e il secol nostro onora)
Si toglie a oscura ignobile ruina?
5S’innalzi, ove la fronte alma e divina
Il Sol che nasce al Laterano indora,
E veggia il Pellegrin che il tempo adora
Che vive ancor la maestà Latina.
Poi su la cima aureo Colosso industre
10Ergasi a lui che impera; e incida questi
Carmi la Fama appiè del marmo illustre:
Ceda Augusto a Clemente: ei dalla guerra
Il Lazio, ma dall’alte ire celesti
Tutta Clemente assicurò la Terra.
L.1
D’allor che adorna l’eniconia gente
A Febo una corona un dì chiedei,
E dissi: io del magnanimo Clemente
L’alto illustre Nipote ornar vorrei.
5Sorse il Nume dal soglio e con ridente
Sguardo lieto si volse a’ voti miei:
E si tolse dal crine aureo lucente
Quella che avea de’ più bei lauri ascrei.
Indi questo ch’io cingo in Elicona
10Serto a lui porgi, ei disse, al chiaro ingegno,
E a’ modesti pensier degna corona:
Ma giunga ah presto dalla Siria sponda
Ostro, che il cinga, e sia serto più degno:
Scarso premio a gran merto è lieve fronda.
LI.
Anime illustri, il cui gran nome in queste
Selve risuona, e fia ch’alto rimbombe
Finchè il Sol muova; ah perchè mai sì preste
Volaste al Ciel quai candide Colombe!
- ↑ Coronale in lode del Sig. Abb. D. Alessandro Albani Nipote di Clemente XI., poi Cardinale di Santa Chiesa.